mercoledì 8 giugno 2011

cronache bizzarre di una navigazione a vista...ma non troppo...

I percorsi del mio navigare sono quelli del voyeur-voyageur, del visionario- viaggiatore, sono trasversali e procedono con andamento rizomatico, ogni percorso ne gemma un altro, dietro una suggestione, una idea: per analogia, per differenza, per inciampi sulla strada, per incontri inconsapevoli, per immagini intraviste veloci, per ricordi  riaffiorati ed improvvisi, per idee abbandonate tanto tempo fa...
Le mie cose belle di oggi sono il pensiero di fare l' icononauta, di viaggiare con e tra le immagini, con mappe sovrapposte, strappate, parziali che indicano solo la strada della possibilità...
Oggi me ne vado dietro la suggestione dell'uomo illustrato di R. Brandbury, un libro onirico, visionario,
"Qual' è il problema?"domandai.
Per tutta risposta si aprì il colletto, con gesti misurati.
Tenendo gli occhi chiusi, cominciò a slacciarsi lentamente la camicia, un bottone dopo l'altro, poi vi infilò le dita e tastò il petto. "E' buffo"- disse , con gli occhi ancora chiusi- Non si sentono ma ci sono. (...) 
I tatuaggi. 
"La mia pelle brucia di figure. Stai a vedere." Aprì le mani. Su un palmo era raffigurata una rosa appena colta,, con stille di acqua cristallina tra i morbidi petali dal colore delicato. Allungai una mano per toccarla ma non era che un tatuaggio. In quanto al resto non so dire quanto tempo restai a fissarlo: era tutto un'orgia di razzi, fontane e figure umane, un tale intrico di particolari variopinti che mi pareva di udirne le voci, mormorii esili e sommessi provenienti dalle folle che abitavano quel corpo."

Immagini addosso, che diventano storie...
Allora venite con me...seguendo gli indizi


http://www.rebeccadautremer.com/

verso:
http://canepabarbara.blogspot.com/

poi un libro Papà tatuato, un libro edito da Orecchio Acerbo di Daniel Nequens con illustrazioni di Sergio Mora

poi titoli che significano un mondo...
un libro che vorresti solo per le figure


http://www.shauntan.net/

buon viaggio a chi continuerà di immagine in immagine raccontandosi e raccontando storie...

domenica 5 giugno 2011

l'arte contemporanea con dentro il babbo e la sorella...

Un viaggio è stradamovimento, aspettativaricordo, sogno che si realizza, emozione, futuropassatopresente, racconti e chiacchiere,
Siamo partiti, io e il mio babbo, per Venezia.
L'occasione è speciale, mia sorella espone alla Biennale di Venezia...io mi occupo di arte contemporanea.

Le stazioni sono non-luoghi che raccontano altre stazioni, altri passaggi, altri arrivi e altre partenze, che dicono le impermanenze: c'è sempre qualcuno incongruo o impaziente, sempre tanti o nessuno, sempre baci e mani, e sguardi e biglietti persi e pensieri di nulla e di tutto e ritrovareperdere e depositi bagagli e appuntamenti mancati e valigie con dentro la vita...
Il mio arrivo nella città di N.
È avvenuto puntualmente.
Eri stato avvertito
con una lettera non spedita.
Hai fatto in tempo a non venire
all'ora prevista.
Il treno è arrivato sul terzo binario.
È scesa molta gente.
L'assenza della mia persona
si avviava verso l'uscita tra la folla.
Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente
in quella fretta.
A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto
immediatamente.
Si sono scambiati
un bacio non nostro,
intanto si è perduta
una valigia non mia.
La stazione della città di N.
Ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.
L'insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano
sui binari designati.
È avvenuto perfino
l'incontro fissato.
Fuori dalla portata
della nostra presenza.
Nel paradiso perduto
della probabilità.
Altrove.
Altrove.
Come risuonano queste piccole parole.


penso a W. Szymborska e alle sue stazioni che sono anche mie...
Andiamo??

Ecco
Venezia che nonèunpesce e lo è, che è un labirinto e un sogno d'acqua, di terra che si ruba al mare, di ponti e ponti e merletti di pietra e oro e luce e mistero e perdersi e starealtrove, di poter incontrare anche chi non si conosce, di poter incontrare se stessi senza maschere...


Poi l'arte:
Il Babbo: Ma come si fa in mezzo a tutto questo a riconoscere un' Opera d'arte?
Io: Ti posso dare la mia risposta, babbo, quella di qualche anno dentro questi codici, dentro la vita degli artisti che conosco, con il naso nei libri e gli occhi aperti ad osservare, a sperimentare, le orecchie tese ad ascoltare dappertutto : un progetto, un lavoro di arte è un processo di attivazione del pensiero, una sorta di starter, qualcosa che fluidamente, con leggerezza, rapidità, ironia, con l'inquietudine, la paura, lo stratagemma prova e sposta i limiti creando relazioni...senza gerarchie, in cui l'atto del vedere, la fruizione del pubblico deve divenire creativa, partecipativa, e inclusa nell'atto creativo.
Il Babbo: Mmm, fammi capire...io con l'atto di osservare, posso partecipare?
Io: Io credo di sì, l'opera al suo concepirsi è immediatamente in dialettica con lo sguardo dell'altro, con il suo atto creativo partecipato che è il vedere. L'artista lavora pensando allo sguardo, all'altruità, alla relazione di sè stesso con l'idea, con la materia che è il suo linguaggio, poi con lo spazio che è la sua misura, poi con gli addetti ai lavori, poi con il pubblico declinato al plurale...
Insomma credo che proceda per relazioni..
Il Babbo: Come faccio a capirle queste cose?
Io: Questi lavori sono tutti dentro di te, dentro di noi, che viviamo la contemporaneità, che siamo nelle sue contraddizioni, dentro alle sue luci e alle sue ombre.... Basta attivare il pensiero, non accontentarsi solo di una interpretazione data da altri. Fai esperienza di questa arte, tu direttamente, senza delegare. Renditi responsabile del tuo atto visivo.
Il Babbo: Mi piace questa cosa del fare esperienza...
Io: Facciamo un gioco...forse può essere una chiave di lettura del lavoro artistico contemporaneo...
Apro un libro che sto studiando gli mostro l'immagine poi
La prima parola che ti fa venire in mente questa immagine, lavoriamoci insieme: la regola è che puoi procedere per analogia, per differenza, per ricordo, per cultura, per cose dimenticate, per poesia, per immagini, per emozioni, per sogni, per film, per libri...Puoi procedere mettendoci dentro quello che sei.
Poi continuiamo insieme pensando all'area semantica della tua parola e cosi via...
Ti va?
Il Babbo: Divertente...Proviamo...


Il resto di questa conversazione è privato...:) è sperimentale, dura e vale un viaggio...


Nel pomeriggio siamo qui, alla realizzazione di un desiderio...ora sappiamo che i desideri sono possibili



Che una mostra è una esperienza...come la vita...





con dentro stimoli, limiti, incontri, scontri, attese, ricordi, cose incomprese che si comprenderanno al tempo giusto, idee, dubbi, inquietudini...


La mia Biennale...



A quella di tutti tornerò presto...con gioia...

giovedì 26 maggio 2011

svegliarsi...

cosa bella è sentiretuttoaddosso, sentire per frammenti, intensi, dormire insieme ad un libro e ad un uomo mischiandone gli odori, la luce del mattino, sentire le mancanze, gli incubi, lasciare tracce che magari non sai di lasciare, conoscere altre sé stessa...
la cosa bella è svegliarsi... 


martedì 24 maggio 2011

le strade, aspettando il viaggio...








le strade servono, servono ad essere percorse e percorrersi, servono a condividere, servono a guardare gli orizzonti, a sapere di poterli arrivare, servono a misurarsi, a tracciarsi mappe di geografie emozionali, a farsi terrenoconfinetracciatovelocità, poi ariasuperamentoimpermanenzalentezza...servono a prendere decisioni poi a dimenticarle, a fare del transito una ragione...
ci penso così, all'inizio di tutto, ai progetti, compagni di sogno, con gli occhi negli occhi e all'orizzonte, con me che sembro non esserci mai ma che ci sono in modo diverso, trasversale, come so fare...
pensando a ciò che lasci, al partire, ai ritorni, ai labirinti, ai voli, alle direzioni...
mi piace lasciare indizi, a chi sa riconoscerli, sparsi ovunque...
andiamo via...senza fuggire, per trovare...







giovedì 19 maggio 2011

ho da fare...devo vivere...


quando fa bene male bene male bene...un libro quando lo pensi, lo vivi,
le geometrie del mare se ti vengono donate,


le lacrime e chi le asciuga 
le parole e chi ti insegna che non servono



le cose sconosciute viste nei viaggi, Parigi dall'alto,
poter non fare le cose da sola e scegliere..
le strade

le sorprese di  ariadimaredisoledigattidilibriedicarta che diventano una storia


( per queste ultime 3 immagini: tutti i diritti riservati a http://gugliatascreanzata.blogspot.com/)

il sonno dei giusti...




le mani nelle mani 

martedì 17 maggio 2011

le cose belle di oggi...

In un bellissimo libro di J. S. Froer , Molto forte incredibilmente vicino, il protagonista bambino che affronta un dolore, una perdita, ha il dono di trovare indizi dappertutto....indizi come cose belle, segnali che capitano quasi senza che ce se ne accorga e che dicono un contatto, un legame, che lo percorrono e lo ritrovano.
Legame con le cose, con le persone...
Io oggi ho alcune cose "belle"...trovate con attenzione....
Il lato oscuro 

Un libro scritto da De Kockere e illustrato da Carll Cneutt, per chi si sente uno "che strappa i fiori. E anche le 
radici", uno che "...fa tutto a rovescio, voleva volare, ma precipitava, e come una matta, cioè di sghimbescio incontro alla sua perdizione avanzava", uno che cerca l'inferno e lo trova....


le illustrazioni sono ispirate ad un lavoro di Pieter Brueghel il Vecchio
che a me ha fatto venire in mente 
chi era l'ape furibonda che abita qui e tra le righe e nelle teste nelle memorie 


Follia, mia grande giovane nemica,
un tempo ti portavo come un velo
sopra i miei occhi e mi scoprivo appena.
Mi vide in lontananza il tuo bersaglio
e hai pensato che fossi la tua musa;
quando mi venne quel calar di denti
che ancora mi addolora tra le spoglie,
comprasti quella mela del futuro
per darmi il frutto della tua fragranza.
(da "Ballate non pagate")

e che, anche se facciamo finta di niente, la follia è di tutti

poi...ritroviamo il centro dentro il diverso, nell'innocenza di uno sguardo che ti specchia, dentro un raggio di sole....

Le mie cose belle di oggi....

venerdì 8 aprile 2011

poetiche dell'assenza....

Assenza è un vuoto pieno, relazionale, di memoria e dimenticanza....è la perdita e il ritrovare attraverso strade traverse, è dare un posto al vuoto dentro di sè e farne ferita carne e sangue e vita e permanenza, è accumulare poi accettare la dispersione, una poetica di segni e segnali e cose che solo in due si sapevano e si sanno, un modo diverso di esseredue...

la mia cosa bella di oggi è il lavoro di Felix Gonzales Torres, uno dei miei più amati artisti contemporanei...

giovedì 10 febbraio 2011

librofilia...

Credo che l'etimologia delle parole con cui chiamiamo le cose, racconti quelle cose dentro un suono, dentro una idea, in un rendere presente l'assente...
La parola libro racconta degli strati interni, intimi della corteccia, racconta lo sbucciare, il moto verso l'interno...
Ecco cos'è un libro per me: qualcosa di irrimediabilmente personale
qualcosa che ti ri-conosce, potenzia il sentire...qualcosa che ti sbuccia...che ti lascia addosso tracce.
Qualcosa che da dipendenza, la relazione intima che si crea perchè dei libri si ama l'odore della carta, si sfiora la consistenza, si aprono i segreti; che accompagna ovunque e dà sicurezza, che ti tiene sveglia di notte, che ti distrae di giorno, che ti sussurra ricordi e misteriose connessioni, che parla per differenze ed analogie...
qualcosa con cui misuri il mondo e lo dilati...

La librofilia, la mia dolce ossessione, scatenata rovinosamente dalla terapeutica lettura del libro di Daniel Pennac Come un romanzo ;) ormai diversi anni or sono, mi porta a percorrere sentieri irregolari, frammentati, dissestati, plurali, causuali o progettati, a tracciare mappe di un percorso immaginario, ad innamorarmi di un viaggio, di un autore; poi ad averne abbastanza, a trovarmi immobile, a cercare di nuovo...

La librofilia è bulimica: conduce a leggere diversi libri contemporaneamente...a fare della simultaneità della lettura una religione, lo stimolo ad un funzionamento "rizomatico" delle idee, ad avere nella giornata appuntamenti diversi, a fare di  Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust edizione integrale il sottofondo meditato di mesi e a ricostruirci intorno la tua infanzia, la tua vita e i suoi odori, gli oggetti, le ombre, le febbri, le paure, le gioie infinitesimali...

Sul mio comodino immaginario e debordante ;) in questo momento ci sono:

-Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto;

-Wislawa Szymborska, Discorso all'ufficio oggetti smarriti;

-Angela Vettese, Si fa con tutto

-Inoue Yasushi, Ricordi di mia madre 
Quasi al termine del libro c'è un verso di un poeta giapponese, uno dei pochi ricordi di una anziana madre alla fine della vita, attribuito nel testo ad una storia del XII secolo:
"Da quando udito ebbi dal vento che mio padre a Koya dimorava...
giorno dopo giorno tristi guanciali d'erba"
poi il ricordo si interrompe, come un disco rotto, nella mente della madre del narratore.

Non so ancora se ci siano reali connessioni ma...il prossimo libro che ho acquistato prima di terminare la lettura di Ricordi di mia madre e che ho appena iniziato di Soseki Natsume si intitola...
Guanciale d'erba...

domenica 16 gennaio 2011

il corpo sa tutto

Ho scoperto che il corpo, le mani, i piedi, i sensi hanno una memoria che ignoriamo: una memoria di gesti appresi tanto tempo fa che pensavo dimenticati e che invece da soli tornano sulle dita, sulle braccia, dentro gli occhi; una memoria di odori di persone di ferite di posti di dolci di libri illustrati di favole raccontate di un gomitolo che diventa progetto.
Una memoria, poi, di cose mai fatte, di istinti.
E' una memoria che va percorsa, portata alla luce da luoghi remoti in cui non sai come andare ma che troverai...
Cerco la mia memoria latente.
Nelle mie mani ci sono mia madre mia nonna mio nonno gli amici che amo; ci sono i segni di tutto quello che mi è passato addosso e che è rimasto dentro.

sabato 1 gennaio 2011

parassitata dalle idee...;)

 "Qual è il parassita più resistente? Un'idea. Una singola idea della mente umana può costruire città. Un'idea può trasformare il mondo e riscrivere tutte le regole..." ( Inception)

Ed è per questo che vorrei pensarla per me, sognarla, costruirla e costruirmici intorno, darle forma poi smontarla...

mi auguro di esserci, di avere attenzione, di avere uno stupore, una piccola emozione, di essere qualcosa di nuovo ogni minuto, di trovare almeno 365 idee...

Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domande,
senza stupirmi di niente.
Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto il dovuto.
Inspirazione, espirazione, un passo dopo l’altro, incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.

Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.

Nessun come e perché -
e da dove è saltato fuori uno così -
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.
Ero come un chiodo piantato troppo in superficie nel muro
oppure
(e qui un paragone mi è mancato).

Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti
perfino nell’ambito ristretto d’un batter d’occhio.

Su un tavolo più giovane, da una mano d’un giorno più giovane,
il pane di ieri era tagliato diversamente.

Le nuvole erano come non mai e la pioggia era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.

La Terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.

E’ durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.

Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.
W. Szymborska, Disattenzione,