venerdì 31 dicembre 2010

essere in transito...radici mobili e aeree...

L'Icononauta non smette mai di viaggiare, il suo immaginario è onnivoro, non si cura della cronologia...

Per questa rito pagano di passaggio nelle dittature dei calendari e di un tempo misurato che ci si sottrae, di transito tra un anno trascorso e uno nuovo vi lascio questa immagine

( Caravaggio, David con la testa di Golia)

Mi ha lasciato l'anima dispersa,
il criminale innocente,
la caduca immor(t)alità degli dei,
l'ipotesi della scelta...
So che devo essere finita, avere confini e dolori, per non perdermil’eternità e la sua imperfezione.

Buono e perenne sia lo stare in transito, l'abitare i limitare, lo stare sul passaggio

martedì 28 dicembre 2010

il viaggio dell'icononauta...

Icononauta è il navigatore senza bussola nella sfera delle immagini, è il visionario che inventa un tempo diacronico e sincronico, che si meraviglia e conosce l'esperanto dell'icona, che pratica una visione frattale e totale, iconofago...

questa sera, da Icononauta, lascio questa immagine

(Leonardo da Vinci, San Giovanni Battista)

Mi ha lasciato tutti i "se" che porta negli occhi, l'inconsistenza delle contraddizioni, la dualità cristallina dell'essere, l'oblio, l'intelligenza del cosmo, i labirinti, gli errori;
la femmina maschile
il sonnambulo che veglia
il doppio unico
il demone puro
il ricordo smemorato
la sospensione infinita
il grido muto
il verbo abortito
l’ansia del finito
il sogno interrotto del piccolo dio disperato di niente.

venerdì 17 dicembre 2010

lasciar andare...



Ogni giorno imparare a lasciar andare, imparare a trattenere...a fabbricare una memoria di odori, di voci, di spigoli, di cose, di gesti, di luci e tramonti dentro una stanza...
imparare a sentire la mancanza...senza essere solo mancanza...

giovedì 16 dicembre 2010

qualcosa di importante...e non saperlo...

La vita – è il solo modo
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
Un'occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;
e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l'erba;
e seguire con gli occhi una scintilla di vento;
e persistere nel non sapere
qualcosa d'importante.
(Wislawa Szymborska)

la meravigliosa insensatezza delle cose...

In me sto bene
come il mare in un bicchiere.
ma se sono collocata in questo calice
qualcuno mi può bere
(C. Gamberale, Una vita sottile)

Inizio quest'avventura come un sommesso parlare a me stessa in un giorno incongruo, quello della meraviglia di una nevicata sul mare, in cui il mondo si misura per verticalità, per tetti bianchi, per ghiaccio e pozzanghere che riflettono al contrario e fanno fermare, per tempeste, per gatti infreddoliti sui tetti, per prospettive inattese, per lentezze, per silenzi, per sorprese, per meravigliose insensatezze...